Febbraio 2025

Performance

Profitto del mese 1,12% Drawdown massimo 14,35% Mesi di attività 40

Pubblicazione

01/03/25

Report completo

Il contesto macroeconomico globale ha registrato una serie di sviluppi che hanno delineato un quadro di crescita moderata, caratterizzato da elementi di volatilità e incertezza geopolitica. Le principali istituzioni finanziarie e organizzazioni economiche internazionali hanno condotto un'analisi dettagliata dei fattori che stanno influenzando l'andamento dell'economia mondiale, evidenziando come le tensioni commerciali e le politiche monetarie restrittive continuino a rappresentare elementi critici nel determinare le traiettorie di sviluppo. Secondo il rapporto "World Economic Situation and Prospects 2025" delle Nazioni Unite, la crescita economica globale è stimata al 2,8% per l'anno in corso, confermando una tendenza alla moderazione rispetto ai tassi di espansione osservati negli anni precedenti. Tale decelerazione è attribuibile a una combinazione di fattori, tra cui le persistenti frizioni commerciali tra le principali potenze economiche, un generale rallentamento del ciclo industriale in alcune aree strategiche e un'incertezza crescente legata alla stabilità delle politiche fiscali e monetarie a livello internazionale.

Negli Stati Uniti, pur mantenendo un ruolo centrale nell'economia globale, si osservano segnali di rallentamento economico. Le proiezioni attuali indicano una crescita che passerà dal 2,8% dell'anno precedente all'1,9% nel 2025, evidenziando un trend di contrazione determinato, in larga misura, dall'adozione di misure protezionistiche più marcate e da un clima di crescente instabilità politica interna. La decisione dell'amministrazione statunitense di introdurre dazi significativi sulle importazioni da Messico, Canada e Cina ha generato forti reazioni a livello internazionale, con previsioni di impatti negativi sulla bilancia commerciale e sulla competitività del settore manifatturiero statunitense. Le simulazioni econometriche suggeriscono che un mantenimento di tariffe doganali del 25% potrebbe innescare effetti recessivi in economie strettamente interconnesse con quella statunitense, come il Messico e il Canada, con potenziali ripercussioni anche sulla domanda aggregata interna degli Stati Uniti. L’elevato grado di incertezza legato alle politiche economiche in corso potrebbe inoltre avere un impatto negativo sugli investimenti privati, rallentando la crescita della produttività e riducendo le prospettive di espansione del mercato del lavoro nel medio periodo. Dal lato europeo, il contesto macroeconomico ha mostrato una lieve attenuazione delle pressioni inflazionistiche. L'inflazione nell'area euro si è stabilizzata al 2,4% nel mese di febbraio, dopo quattro mesi consecutivi di accelerazione, un fenomeno riconducibile principalmente al calo dei prezzi dell'energia, con particolare riferimento al gas naturale. In Francia, ad esempio, i prezzi regolamentati dell'energia elettrica hanno registrato una riduzione del 15%, contribuendo significativamente alla frenata dell'inflazione core. Questo trend potrebbe fornire margine di manovra alla Banca Centrale Europea per avviare una politica di riduzione graduale dei tassi di interesse, al fine di sostenere la crescita economica e ridurre l’impatto della contrazione della domanda interna osservata in alcuni settori chiave, come il manifatturiero e l'automotive. Per quanto riguarda il contesto italiano, le stime più recenti dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio hanno evidenziato una revisione al ribasso delle previsioni di crescita del PIL, con un incremento atteso dello 0,8% per il 2025. Questo ridimensionamento è attribuito principalmente all'incremento dei costi energetici e all’impatto delle tensioni commerciali globali, che continuano a limitare la competitività delle esportazioni italiane. Il settore manifatturiero nazionale ha mostrato persistenti segnali di debolezza, con l'indice PMI che, pur evidenziando una lieve ripresa, si è mantenuto al di sotto della soglia critica di 50, indicando una fase di contrazione dell'attività produttiva. Questa situazione impone un'attenta valutazione delle misure di politica economica necessarie per incentivare gli investimenti e sostenere la domanda aggregata, al fine di contrastare il rischio di stagnazione prolungata. In tale scenario macroeconomico, le strategie di investimento implementate da Rid Investment hanno conseguito un profitto dell'1,12% nel mese di febbraio, con un drawdown del 14,35% su un totale di 29 operazioni effettuate. Sebbene il rendimento positivo confermi la solidità delle strategie adottate, il livello di drawdown registrato suggerisce la necessità di un’analisi più approfondita dei parametri di rischio e dell’allocazione delle risorse nei portafogli di investimento. L’attuale contesto di mercato impone un approccio flessibile e dinamico, con particolare attenzione alla gestione della volatilità e all’ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento, al fine di garantire la sostenibilità delle performance nel medio-lungo termine. Un aspetto fondamentale da considerare è il ruolo delle tensioni commerciali e delle politiche protezionistiche, che continuano a rappresentare una variabile critica per la crescita economica globale. Il Banco Mondiale ha recentemente avvertito che le prospettive di espansione potrebbero rimanere contenute al 2,7% per il 2025 e il 2026, con rischi significativi per economie emergenti come la Cina e per le catene del valore globali. L'incertezza associata a questo scenario potrebbe influenzare negativamente le aspettative degli investitori, aumentando il rischio di una riduzione degli afflussi di capitali verso settori chiave dell’economia globale e limitando le opportunità di crescita nel breve periodo. I dati economici di febbraio rappresentano indicatori chiave per la definizione di accorgimenti strategici per il mese di marzo. La volatilità osservata sui mercati finanziari e le incertezze legate alle politiche monetarie e commerciali richiedono un monitoraggio costante delle variabili macroeconomiche, con un focus particolare sulla dinamica inflazionistica, sulle decisioni delle banche centrali e sulle possibili evoluzioni delle tensioni commerciali tra le principali economie globali. Adattare le strategie di investimento a tali condizioni sarà essenziale per ottimizzare il profilo di rischio-rendimento e mantenere una crescita sostenibile dei portafogli nel corso dei prossimi mesi.

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