Gennaio 2024
Performance
Profitto del mese 7,49% Drawdown massimo 17,20% Mesi di attività 27
Pubblicazione
01/02/2024
Report completo
Nel gennaio 2024, i mercati finanziari hanno registrato una marcata volatilità, frutto della convergenza di diversi fattori macroeconomici. Tra questi, le politiche monetarie adottate dalle principali banche centrali, la pubblicazione di dati economici rilevanti, le crescenti tensioni geopolitiche e le persistenti difficoltà legate alle catene di approvvigionamento globali hanno avuto un ruolo determinante nel plasmare l'andamento dei mercati. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha mantenuto una politica monetaria restrittiva con l'obiettivo di contrastare l'inflazione, ancora elevata a causa di problematiche strutturali nelle catene di approvvigionamento e di una domanda dei consumatori particolarmente robusta. La banca centrale ha incrementato i tassi di interesse di ulteriori 25 punti base, rafforzando ulteriormente il dollaro statunitense. Questo intervento ha avuto ripercussioni significative sui mercati valutari globali, con il dollaro che ha registrato un apprezzamento consistente rispetto alle principali valute, sostenuto sia dalla politica monetaria restrittiva sia da un solido outlook economico per gli Stati Uniti. Sul fronte europeo, la coppia valutaria EUR/USD ha subito pressioni al ribasso. La Banca Centrale Europea ha iniziato a prospettare futuri rialzi dei tassi di interesse, mantenendo tuttavia un approccio prudente, considerata l'incertezza legata alla ripresa economica dell'Eurozona e alla dinamica inflazionistica. Le tensioni geopolitiche, in particolare il conflitto tra Russia e Ucraina, hanno aggiunto ulteriori complessità ai mercati valutari, incrementando la domanda di asset rifugio come il dollaro statunitense e causando fluttuazioni significative in coppie come EUR/USD e USD/JPY.
Anche i mercati delle materie prime sono stati fortemente influenzati dagli sviluppi geopolitici, con particolare attenzione alle materie prime energetiche come il petrolio greggio e il gas naturale. Il perdurare del conflitto in Ucraina, uno snodo cruciale per le esportazioni energetiche russe verso l'Europa, ha sollevato timori riguardo a potenziali interruzioni nell'approvvigionamento energetico globale. Di conseguenza, i prezzi del petrolio sono rimasti elevati, con il Brent che si è attestato intorno agli 88 dollari al barile, mentre i prezzi del gas naturale hanno subito un forte incremento, trainati dalle preoccupazioni sulla disponibilità in Europa. I metalli preziosi hanno mostrato dinamiche differenziate: l'oro, inizialmente in rialzo grazie alla sua funzione di bene rifugio, ha successivamente registrato una flessione a causa del rafforzamento del dollaro e dell'aumento dei tassi di interesse reali. L'argento, influenzato sia dalla domanda monetaria che da quella industriale, ha evidenziato una volatilità accentuata, anche in ragione delle difficoltà nelle catene di approvvigionamento. I mercati azionari, parallelamente, hanno sperimentato un'elevata volatilità, poiché gli investitori hanno cercato di valutare l'impatto dell'aumento dei tassi di interesse sulla redditività aziendale e sulla crescita economica. L'indice S&P 500 ha registrato oscillazioni significative, con i settori tecnologici e dei titoli di crescita particolarmente colpiti dall'aumento dei costi di finanziamento. I settori dell'energia e dei materiali hanno beneficiato del rialzo dei prezzi delle materie prime, fornendo un supporto parziale agli indici azionari complessivi. In risposta a queste condizioni di mercato, abbiamo implementato una serie di aggiustamenti strategici nelle allocazioni patrimoniali, distribuite su cinque conti di investimento. Questo approccio ci ha consentito di ottimizzare i rendimenti e gestire in modo efficace i rischi associati. Conto 1: Ha assegnato il 40% al mercato forex (focalizzandosi su EUR/USD, GBP/USD e AUD/CAD), il 10% agli indici (incluso l'S&P 500), il 10% alle materie prime (oro, argento e petrolio) e il restante 40% a mercati diversificati. Conto 2: Ha destinato il 10% al forex (EUR/USD e GBP/USD), il 50% agli indici (prevalentemente S&P 500 e settori tecnologici), il 30% alle materie prime (petrolio e gas naturale) e il 10% ad asset diversificati. Conto 3: Ha ripartito il 30% nel forex (EUR/USD, GBP/USD e AUD/CAD), il 30% negli indici (S&P 500 e altri principali indici) e il 40% nelle materie prime (oro, argento e petrolio). Conto 4: Ha concentrato il 20% nel forex (EUR/USD e GBP/USD), il 10% negli indici (in particolare S&P 500 e tecnologia) e il 70% nelle materie prime (con una forte esposizione all'energia, oro e argento). Conto 5: Ha distribuito il 30% al forex (EUR/USD, GBP/USD e AUD/CAD), il 30% agli indici e il 40% alle materie prime (oro, argento e petrolio). Gli aggiustamenti strategici effettuati nel gennaio 2024 hanno generato un profitto mensile del 7,49%. Questo risultato è stato determinato da posizioni di successo sulle principali coppie valutarie, da guadagni significativi nelle materie prime energetiche e nei metalli preziosi, nonché da incrementi selettivi nei settori dell'energia e dei materiali. Il presente rapporto mette in evidenza la nostra capacità di gestire investimenti in ambienti macroeconomici complessi e in costante evoluzione, sfruttando strategie diversificate per massimizzare i rendimenti e minimizzare i rischi.
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