Settembre 2024
Performance
Profitto del mese 1,25% Drawdown massimo 0,55% Mesi di attività 35
Pubblicazione
01/10/2024
Report completo
Nel settembre 2024, il panorama macroeconomico globale è stato caratterizzato da una combinazione di cauto ottimismo e sfide persistenti. Diversi trend chiave hanno influenzato sia le economie avanzate sia quelle in via di sviluppo. Negli Stati Uniti, nonostante un lungo periodo di politica monetaria restrittiva, le prospettive economiche sono rimaste relativamente positive. L'inflazione, che aveva rappresentato una delle principali preoccupazioni nel 2023, ha continuato a mostrare segnali di declino, contribuendo a stabilizzare i prezzi al consumo e ad alleviare la pressione sulle famiglie. Sebbene il mercato del lavoro abbia registrato un lieve rallentamento in alcuni settori, la resilienza complessiva dell'occupazione ha sostenuto aspettative di crescita moderata per il 2024 e oltre. Gli economisti hanno previsto uno scenario di "atterraggio morbido", in cui l'economia statunitense potrebbe evitare una recessione mentre l'inflazione ritorna gradualmente ai livelli target. La Federal Reserve ha mantenuto una posizione prudente, indicando che eventuali futuri aumenti dei tassi dipenderanno dai dati, in particolare sull'inflazione e la crescita salariale. In Europa, le prospettive economiche si sono rivelate più eterogenee. L'inflazione ha continuato a calare, favorita dall'aggressivo inasprimento monetario della Banca Centrale Europea (BCE) nell'anno precedente. Tuttavia, i costi di finanziamento elevati, dovuti ai tassi di interesse alti, hanno limitato la spesa dei consumatori e gli investimenti delle imprese, in particolare nel settore immobiliare. Nonostante questi ostacoli, vi era un cauto ottimismo riguardo a una ripresa nel 2025, con il progressivo allentamento delle pressioni inflazionistiche e la stabilità dei mercati del lavoro. Le previsioni di crescita per il 2024 sono rimaste modeste, e l'elevato debito pubblico di molti Paesi europei ha rappresentato un problema significativo, limitando la capacità dei governi di attuare misure di stimolo su larga scala e ostacolando il processo di ripresa.
In Asia, lo scenario è stato variegato. Il Sud Asia ha continuato a registrare una forte performance economica, sostenuta dalla crescente domanda interna e dagli investimenti. Al contrario, la Cina ha affrontato sfide persistenti, in particolare nel settore immobiliare, che ha continuato a pesare sull'attività economica complessiva. Nonostante l'implementazione di misure fiscali e monetarie per sostenere la crescita, la ripresa è rimasta lenta. L'inflazione in Cina è rimasta bassa e il governo si è concentrato sul contrasto ai rischi deflazionistici, che potrebbero prolungare la stagnazione economica se non adeguatamente gestiti. Altre parti dell'Asia, in particolare l'Est e il Pacifico, hanno registrato una crescita moderata, sostenuta da flussi commerciali resilienti e dalla cooperazione regionale. Una delle principali preoccupazioni globali di settembre è stato l'alto livello di debito pubblico, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. I crescenti costi di servizio del debito, guidati da tassi di interesse globali più alti, hanno creato significative pressioni fiscali, limitando la capacità dei governi di investire in progetti orientati alla crescita. Questo problema si è rivelato particolarmente grave nei mercati emergenti, dove i carichi di debito sono diventati sempre più insostenibili. Gli analisti hanno avvertito che il rischio di default sovrani è in aumento, in particolare nei Paesi con posizioni fiscali più deboli. Anche nelle economie avanzate, l'elevato debito pubblico ha continuato a limitare le politiche fiscali, rendendo difficile per i governi rispondere efficacemente a potenziali shock economici. Le tensioni geopolitiche, in particolare la guerra in corso in Ucraina e l'aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, hanno continuato a proiettare ombre sulle prospettive economiche globali. Questi conflitti, insieme ai prezzi elevati dell'energia, hanno contribuito alla volatilità dei mercati e all'incertezza. I prezzi del petrolio, aumentati in risposta ai tagli alla produzione da parte di esportatori come Arabia Saudita e Russia, hanno rappresentato un ulteriore fattore di pressione inflazionistica, soprattutto nelle regioni importatrici di energia come l'Europa e l'Asia. Nel contesto di settembre, la strategia di trading implementata, suddivisa in cinque conti distinti, ha prodotto risultati significativi, con un incremento complessivo del capitale dell'1,25% e un drawdown massimo dello 0,55% rispetto al saldo totale. Questo risultato è il frutto di una gestione del rischio attenta e di una distribuzione bilanciata del capitale su diversi asset, che ha permesso di ottenere rendimenti positivi limitando l'esposizione alle fluttuazioni negative, il tutto mantenendo un approccio disciplinato in linea con le caratteristiche specifiche di ciascun conto. I primi due conti, ciascuno rappresentante il 20% del capitale totale, hanno seguito strategie conservative basate su trend e azione dei prezzi, applicando rigorosamente meccanismi di stop loss e take profit. Questo approccio, mirato a gestire il rischio attraverso operazioni mirate, ha svolto un ruolo cruciale nel contenere la volatilità e proteggere il capitale anche in condizioni di mercato più incerte. Durante il mese, questi conti si sono concentrati su coppie valutarie come USD/CHF ed EUR/USD, che si sono mosse entro range ben definiti, offrendo opportunità precise di ingresso e uscita, ideali per un approccio più prudente. Il terzo conto, anch'esso gestente il 20% del capitale, ha seguito una strategia di lungo termine, con operazioni di durata fino a tre mesi. Questo conto ha mirato a coppie come USD/JPY e CAD/CHF, che hanno mostrato tendenze più prolungate, permettendo di mantenere aperte le posizioni per capitalizzare su movimenti di mercato più ampi. Le sue performance sono state caratterizzate da una gestione accurata delle posizioni, minimizzando l'esposizione al rischio attraverso una leva bassa e una selezione meticolosa dei punti di ingresso e uscita. Il quarto conto, che detiene il 30% del capitale e si concentra su operazioni che sfruttano i ritrazzamenti, ha giocato un ruolo chiave nell'incremento dei profitti complessivi. Grazie alla sua flessibilità e capacità di entrare durante le fasi di ritracciamento in mercati volatili, come quelli osservati con USD/CHF e CAD/CHF, il conto è riuscito a cogliere opportunità di breve termine con dimensioni di posizione maggiori rispetto agli altri conti, massimizzando i guadagni nei periodi di maggiore fluttuazione. Infine, il quinto conto, dedicato alle operazioni speculative ad alto rischio e rappresentante il 10% del capitale, ha ottenuto buone performance sfruttando le condizioni di mercato più volatili e i movimenti improvvisi su coppie come USD/JPY ed EUR/USD. Questo conto, alimentato dai profitti generati dagli altri quattro, ha contribuito a ulteriori guadagni senza compromettere la stabilità complessiva del portafoglio, grazie a un approccio strategico che destina solo una piccola parte del capitale alle operazioni più rischiose. Nel complesso, la strategia di trading ha beneficiato di una rigorosa gestione del rischio, di una diversificazione attenta tra diverse coppie valutarie e di una distribuzione equilibrata del capitale tra metodologie operative diverse. L'equilibrio tra strategie conservative, posizioni di lungo termine, operazioni basate sui ritrazzamenti e posizioni speculative ha permesso di ottimizzare i rendimenti mantenendo il drawdown al di sotto di livelli critici.
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